venerdì 8 dicembre 2017
Anche se avevo già dedicato a Tahiti un piccolo post culinario (per rinfrescarvi la memoria ecco qui il link), era da tanto che volevo scrivere qualche dettaglio in più sulla nostra zonzolata polinesiana.
Per la precisione dal gennaio scorso, della serie "meglio tardi che mai".
Non parlerò di prezzi, né tanto meno di orari di musei che nel frattempo avranno di certo subito variazioni, piuttosto di quel che siamo riusciti a vedere e assaggiare, e sia mai che ci scappi qualche dritta per chi avrà modo di farci una capatina come noi.
La prima cosa affatto banale e scontata che si deve realizzare quando ci si trova a Tahiti è dove perdincibaccolina si è andati a finire.
Perché, se non sono state abbastanza le ore di aereo a metterlo nella capoccia, basterà dare un'occhiata su un semplice mappamondo.
Non serviranno né confini, né punti cardinali. Basterà cercare l'emisfero blu, tanto blu da non vedere quasi più parti terrene, piazzare un dito in quello che sembra più o meno il centro del nulla e con molta probabilità avremo trovato la Polinesia Francese. Lì da qualche parte c'è Tahiti.
Lì da qualche parte c'è l'isola primitiva, selvaggia ed esotica che aveva fatto palpitare il cuore di Gauguin.
Un'isola dalle alte montagne ricoperte di vegetazione lussureggiante in cui siamo atterrati grazie ad un volo diretto da Rarotonga (Isole Cook) dove ci eravamo già fatti qualche bel bagnetto nelle calde acque turchesi e cristalline della barriera a ridosso dell'oceano.
Purtroppo, a causa del ridotto tempo di permanenza, non abbiamo avuto modo di visitare le isole vicine come Moorea (foto qua sotto), Bora Bora o altro (lo so, stiamo facendo ancora harakiri, ma non avevamo molta scelta) e abbiamo deciso di concentrarci sull'esplorazione dell'isola centrale, Tahiti per l'appunto.
Quello che bisogna subito togliere dall'immaginario idilliaco che abbiamo di solito in mente circa questi luoghi, è che questa isola sia rivestita di sabbie bianche e lambita da acque turchesi al pari di quelle limitrofe come Raiatea, Tahaa, Bora Bora eccetera, perché qui non ce n'è l'ombra. Chi è alla ricerca di spiagge da sogno in cui passeggiare in lungo e largo a Tahiti non troverà pane per i propri denti (o meglio, sabbia per i propri piedi) e potrebbe rimanerne deluso.
Ma che fare quindi se non si ha molto tempo per andare lontano, ma sufficiente tempo per visitare l'isola?
Ecco qua cosa abbiamo fatto noi:
Dopo aver fatto una bella colazione a base di Pain au chocolat e Pain aux raisin nella veranda di un piccolo café in centro a Papeete, abbiamo fatto un giretto al Mercato Centrale.
Nonostante per noi fosse mattina inoltrata le attività non erano ancora frenetiche e ci è stato possibile camminare fra le tantissime e variopinte bancarelle senza molto intralcio.
Qui si possono comprare un sacco di cianfrusaglie e i classici souvenir, prodotti di artigianato per lo più in vimini, fiori freschi, pesci, carni e ogni genere di frutta e verdura locale.
Nonostante che avessimo la pancia piena (e per fortuna!) siamo riusciti a non farci mancare un casco di mini banane deliziose e qualche dolcetto locale.
A piedi ci siamo poi spostati sul lungomare percorrendo Les Jardins de Paofai, un luogo interessante per fare people-watching domenicale. Qui famiglie pullulano i parchi giochi, sportivi fanno jogging e anziani si mettono a giocare a carte nei tavolini all'ombra a ridosso sul mare. E' un bel luogo dove rilassarsi e passeggiare lungo il mare.
Proseguendo il cammino e spostandoci di pochi metri verso l'interno si arriva al Musée de la Perle Robert Wan, un museo interamente dedicato alla perla, dalla sua estrazione e lavorazione, alla commercializzazione.
L'ingresso è (dovrebbe esserlo ancora) gratuito, tanto qualche euro - e per chi può anche qualcosa di più - esce allo show room dove è possibile fare acquisti.
Al di là dell'ego del proprietario che si è fatto fotografare con tutte le star o VIP a cui ha fatto indossare fra le perle più grosse che abbia mai visto, l'interno è piuttosto interessante. Si impara come nasce una perla, come viene estratta e lavorata. Viene fatto qualche accenno su come capire quando una perla è di buona qualità oppure se deve essere scartata.
Per toglierci la curiosità sul fatto che l'isola fosse effettivamente priva di grandi spiagge bianche e di acque turchesi, abbiamo noleggiato un'auto per fare tutto il giro.
Ecco, fidatevi: sì, non ce n'è traccia.
Quelle che sulla cartina venivano definite spiagge balneari per famiglie erano strette, talvolta strettissime e cortissime, distese di sabbia scura. Le acque sono limpidissime e pulite, ma il fondale è sempre scuro.
La foto qua sotto potrebbe essere un'idea rappresentativa delle spiagge tahitiane di maggiore estensione.
Il resto dell'isola non ha moltissimo da offrire se non in termini di floridezza della vegetazione e natura incontaminata. I centri abitati si fanno più piccoli e radi e nella parte nord-ovest la zona è per un tratto inaccessibile in macchina.
Una positiva scoperta è stata la cucina locale, che definirei un mix di influenze polinesiane e francesi. E' semplice, fresca e deliziosa. Pesce e frutta sono elementi praticamente onnipresenti come si può vedere dalle foto qua sotto.
Nelle due sere che siamo rimasti a Tahiti abbiamo deciso di assaggiare sia la cucina tipica di un ristorante, che quella famosissima e variegata delle Roulottes.
Le Roulottes sono dei food truck che vendono cibo per strada. Si trovano tutte le cucine del mondo, da quella immancabile francese (di cui vi ho già parlato), a quella italiana, polinesiana, cinese, giapponese eccetera.
Questi furgoncini iniziano ad allestire alle 18 circa di ogni giorno e il servizio, che parte intorno alle 19 (qualcuno anche prima) si protrae fino a notte inoltrata. Molti si trovano qua e là anche lungo il litorale dell'isola, ma la maggior parte si raduna in città in Place Vaiete di cui si vede un dettaglio nella prima foto del post.
La gente del posto e ovviamente anche un sacco di turisti iniziano a pullulare la zona dall'imbrunire. L'aria è pregna di ogni genere di profumo e le leccornie che si potrebbero assaggiare sono veramente molte, per altro a prezzi modici.
Come dicevo poco fa abbiamo provato anche un buon ristorante della zona, consigliato sia dalla guida che da alcune recensioni trovate online. Il locale si trova poco a nord di Papeete e dalla veranda affacciata sul mare si gode di una splendida vista panoramica del litorale. La notte, con le luci del tramonto fino a quelle della sera, la vista è incantevole.
Per salutare Papeete e Tahiti la sera a pancia bella piena, abbiamo fatto una romantica passeggiata sul lungomare in direzione ancora dei Jardins de Paofai. Il calare della sera, le luci lungo la passerella, le barche a vela cullate dalle onde nel porticciolo e i lampioni della città ci hanno regalato una Papeete che si era cambiata d'abito, riportandoci in una nuova città da esplorare.
Non poteva esserci un arrivederci migliore.
Viaggio con te. Sono viaggi che io ormai non farò più. Maritino non è molto viaggiatore per lidi lontani e poi il vil denaro gioca da prepotente. Ma non ti preoccupare viaggi ne ho fatti anche se non fuori Europa. Grazie di questo viaggio virtuale. Buon fine settimana.
RispondiEliminaMamma mia che meraviglia!!!! La Polinesia francese è da sempre il mio sogno più grande e prima o poi la vivrò!! Intanto mi gusto le tue foto e continuo a sognare...
RispondiEliminaBacio
Sabry
E vi ci porto volentierissimo a viaggiare con me! E' come viaggiare ancora e ancora. E' ricordare posti splendidi, profumi e sapori che non scorderò e non voglio scordare mai. Il blog è anche questo: ricordare e rileggere fra chissà quanto. Buona serata amiche!
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