Enjoy food, travels and life

Benvenuti al nuovo appuntamento con la "Zonzolando's Serendipity Box", la scatola che serve a ricordare i piccoli grandi piaceri della vita cogliendo il meglio di ciò che ci offre.

Troppo spesso infatti le nostre giornate sono riempite di pensieri e preoccupazioni tendendo a dimenticare il bello che nella vita c'è (sempre!). Con questa scatola voglio immortalare, se non tutto, gran parte delle cose belle che riempiono la mia/nostra vita quotidiana (ma che potrebbe essere anche quella di tutti), dalle grandi alle piccole cose che ci rendono felici e, ancora meglio, sereni.

Riprendo il racconto dall'ultima box pubblicata e proseguo con la Serendipity Box n° 155:
  1. Che meraviglia l'arrivo della primavera, quando la strada diventa un giardino di petali rosa.
  2. Una bellissima mattinata passata con il mio Massi alla ricerca di asparagi selvatici di monte in Toscana. Non solo abbiamo raccolto un delizioso bottino, ci siamo anche goduti il panorama fantastico.
  3. Piccolo murales scovato a Pisa che potrei definire autobiografico. Evidentemente era destino.
  4. Andare a vedere la parata pomeridiana del capodanno pisano: un salto nel passato fra tradizione, costumi e musica.
  5. Del tutto moderni i festeggiamenti serali con fuochi d'artificio sull'Arno a suon di musica.
  6. Io, Massi, Lucca: una combinazione che si traduce nel 90% dei casi in focaccia con la cecìna nel solito posto storico di cui avevo già parlato qui.
  7. Una passeggiata al tramonto sulle mura di Lucca: uno spettacolo!
  8. Le serate che non vogliono finire, quelle in cui al termine di una bellissima giornata vuoi rilassarti con una tazza di tè fumante in mano.

Delizie fatte di carezze e coccole per il palato nella Serendipity Box n° 156:
  1. Fermarsi in passeggiata a Viareggio a prendere un caffè. Godere del sole che finalmente riscalda la pelle, respirare il profumo del mare. Amo queste cose.
  2. Pancakes alla mela per delle colazioni super gustose e incredibilmente leggere.
  3. Sono un lavoraccio da pulire, ma quanto buoni sono gli agretti!
  4. Mezzanotte, ora di andare a letto, ora di spegnere il forno, non vedere l'ora che arrivi il mattino seguente per assaggiare questo plumcake molto "espansivo".
  5. Quando i cani si mettono a pancia all'aria per godersi ogni attimo di coccola. Che teneri saranno?
  6. Le colazioni da campioni fatte di brioche farcite di crema al pistacchio e il super cappuccino del mio Massi.
  7. Il nostro Docs è diventato papà e noi siamo andati a vedere la cucciolata e la mamma. Ho ancora gli occhi a cuoricino.
  8. Passeggiare in ciclabile con un favoloso gelato in mano. Per la cronaca era stracciatella con scorzone di arancia: di una bontà spaziale.

Nella Serendipity Box n° 157 ci sono un sacco di regali, omaggi e pensieri gentili. Siamo proprio fortunati.
  1. L'olio che ci ha regalato Roberto, che viene direttamente dal suo oliveto. Un colore e un sapore incredibili che ci centelliniamo come un elisir preziosissimo.
  2. Un tubo rotto di un bagno che si è tradotto in una riunione inaspettata di famiglia. Un weekend passato tutti assieme allegramente fino alla tavola di Pasqua dove per dolce c'erano questi nidi di meringa con crema al mascarpone. Non importa se si lavora di più, se si cucina per ore e se poi viene spazzolato tutto in un attimo, la gioia di quei momenti ripaga sempre tutta la fatica.
  3. Io, Massi, Docs, il canto confusionario e chiassoso di migliaia di uccelli nel bosco (che solo alle prime ore del giorno è tanto incredibile) e l'alba sulle montagne. Vabbè... mi piacere vincere facile, vero?
  4. L'affogato al caffè per concludere un pasto. La coccola che diventa chiusura in bellezbontà.
  5. Dodici lettori contemporaneamente sul blog: robe da stropicciarsi gli occhi. E gongolo un po', lo ammetto.
  6. La pausa dopo lo shopping sfrenato. Io e Massi ci abbiamo dato dentro. Olé!
  7. Di serendipity nel piatto ce n'era ben poca, ma intorno a tutta la tavolata non è assolutamente mancata. Grazie a tutti gli amici che hanno partecipato alla serata.
  8. E' uno sporco lavoro, ma qualcuno gli assaggi li deve pur fare. Certe volte la vita è proprio dura, ti mette di fronte a difficoltà quali millefoglie con chantilly e fragole, millefoglie con chantilly e lamponi, pan di Spagna con chantilly e meringata. Ma come si fa a scegliere? Come?
  9. Si può che lavoro con coltelli praticamente sempre e riesco invece a farmi male in ufficio? Sì, evidentemente si può. No, il bel taglio alla mano non è stato un momento di serendipity, ma lo è stato il contorno: le cure di Silvia, le risate coi colleghi, l'ammonimento affettuoso di Massi e le sue cure. Grazie a tutti. :-)

L'aforisma degli ultimi giorni trascorsi è:
"Abbi buona cura del tuo corpo, è l'unico posto in cui devi vivere.”
(Jim Rohn)


E come direbbe Troisi "Sì, sì, no. Mo' me lo segno!"
Buoni momenti di serendipity a tutti!


Si sgonfia, si affloscia, si rompe, fa il cupolone, è mollo, è duro, fa le bolle, l'alveolatura è irregolare, si attacca, è secco, si sbriciola, vive di vita propria, ogni volta non è mai lo stesso: ecco i possibili problemi che la realizzazione di un pan di Spagna può comportare.
Io, da quando lo preparo, credo di essere inciampata in più o meno tutti questi problemi. Anzi togliamo tranquillamente il "credo" e il "più o meno" perché di sicuro posso affermare che li ho centrati proprio tutti.
Fa male, sì.
Meno male che un difetto come la testardaggine ogni tanto ha qualche bel risvolto e per fortuna mi sono incaponita, altrimenti avrei gettato la spugna da un po', un bel po'.
"Ma dove voglio andare se non so realizzare uno dei capisaldi della pasticceria?" mi son detta.
Ebbene sappiate che il pan di Spagna è una delle ricette per cui ho speso non so quante ore in studio, applicazione, tentativi, esperimenti, grandi delusioni (che vi ho già detto) e grandi soddisfazioni.
Se oggi finalmente ne parlo è perché le soddisfazioni hanno finalmente superato le delusioni e l'applicazione assidua ha permesso di controllare un po' di più quello che è il risultato finale tanto atteso. La mia ricerca del (o meglio dei) pan di Spagna perfetto/i è arrivata a un punto di svolta. Si può fare! Ce la fo'!
E a chi mi dice che il pan di Spagna per lui/lei non ha segreti perché ci piazza il lievito e ne ha una versione collaudata per tutto, beh... Vade retro da questo post!
Qui oggi ci sono sudore, due bicipiti da culturista e quindici chili sui fianchi di assaggi, mica coriandoli nèh!
Oggi il post è chilometrico, come la strada che ho fatto io per arrivare a scrivere tutti i miei appunti in materia, che magari nel tempo arricchirò visto che non si smette mai di imparare.
Dopo tutta sta premessa sofferta e sentita ecco, mesdames et messieurs, il post su: "Tutto quello che avrei voluto sapere sul pan di Spagna e non ho mai osato chiedere".
Ah, e ve lo faccio vedere dall'alto e non rovesciato, che i "culetti da teglia" si sa, son belli lisci e regolari tutti!

Ricetta pan di Spagna soffice morbido perfetto facile Base per torte - perfect sponge cake recipe

Parto da una informazione di base fondamentale: i tipi di impasto.
Bisogna sapere infatti che di pan di Spagna non ne esiste un solo tipo ma ben quattro tipi principali che si differenziano per i rapporti fra ingredienti impiegati.

Esistono il pan di Spagna arrotolato per preparare rotoli farciti, in cui la quantità dello zucchero è maggiore rispetto a quella della farina in modo da renderlo elastico e che si possa arrotolare; il pan di Spagna da modellare, in cui la farina è in dose maggiore rispetto allo zucchero e che si impiega per dolci come delizie al limone, e poi il pan di Spagna per dolcetti come teste di moro, in cui si impiegano più albumi rispetto ai tuorli.
Infine c'è il pan di Spagna tradizionale per torte, quello comunemente chiamato solo pan di Spagna, in cui zucchero e polveri (farine) sono in egual dosi e a cui è interamente dedicato il post di oggi.


Tutto quello che avrei voluto sapere sul pan di Spagna
IMPASTO TRADIZIONALE
e non ho mai osato chiedere

Ho tutto in dispensa?
Uova Zucchero Polveri Altro?
Sono l'ingrediente cardine. Il loro peso (e non il numero) è il riferimento per bilanciare gli altri ingredienti. Le proteine delle uova permettono di inglobare aria mentre monto la massa e di dare stabilità e struttura quando coagulano in cottura.
A parità di peso se uso:
+ tuorli → + pesante → alveoli più piccoli;
+ albumi → + leggero → alveoli più grandi.
Lo zucchero ritarda la gelatinizzazione delle proteine dell'uovo, così in cottura il dolce ritarda la solidificazione a favore della lievitazione.
> zucchero →
> volume
> umidità
Polveri = farina, o mix di farine. L'impasto deve essere soffice e friabile, non deve essere troppo elastico, per cui serve una farina con poco glutine → con poche proteine → una farina 00 debole (160-180 W).
Posso sostituire parte della farina 00 con:
Amido di riso: impasto elastico e leggero.
Amido di frumento: impasto leggero ma non elastico.
Amido di mais: impasto molto elastico.
Fecola: impasto elastico e più pesante (alveolo più grande).
Cacao: non superare gli 80 g per chilo di farina.
Aromi: vaniglia, limone, arancia...

Emulsionanti: es. burro (torta Margherita o Aurora).

Lievito: mai.


Che torta devo preparare?
Torta da bagnare e/o farcita con creme poco sostenute,
torta rivestita per esempio con pasta di zucchero o di mandorle.
Torte farcite con creme dense,
torte al cucchiaio
Semifreddi
Serve un'alveolatura fine, trama compatta, resistenza alla deformazione. Serve un'alveolatura media, trama più rustica. Serve un'alveolatura grande, trama soffice e ariosa, struttura deformabile, meno dolce.
Massa pesante Massa media Massa leggera
D
o
s
i

(g)
Uova [Pu] Uova [Pu] Uova [Pu]
Zucchero [Pz = Pu] Zucchero [Pz = 0,7 Pu] Zucchero [Pz ≥ 0,5 Pu]
Polveri [Pf ≥ 0,5 Pu]
Polveri [Pf = 0,7 Pu]
Polveri [Pf = Pu]





Nota: a parità di diametro della teglia utilizzata otterrò quindi pan di Spagna con pesi differenti. In particolare, come si vede dalla tabella, quello con massa leggera peserà la metà rispetto a quello con massa pesante. Di conseguenza anche le altezze, per quanto con alveolature differenti, saranno diverse. Quello con massa leggera avrà un'altezza minore, dettaglio magari poco rilevante perché sarà tagliato a strisce per lavorazioni particolari. Ad ogni modo l'altezza del dolce può essere resa uguale per tutte e tre le masse aumentando la quantità degli ingredienti che compongono massa media e leggera sempre rispettando le proporzioni indicate.


Come la preparo?
Montata a caldo Montata a freddo Doppia montata Montata "All in"
Si montano assieme uova e zucchero ad una temperatura di 25-40 °C. Poi si incorporano le polveri. Le uova, preferibilmente a temperatura ambiente, si montano con lo zucchero. Poi si uniscono le polveri. (Vedi procedimento nel dettaglio nella ricetta sotto) Gli albumi vengono separati dai tuorli. Gli albumi vengono montati a neve e i tuorli con lo zucchero fino a sbianchire. Poi vengono riuniti in una fase finale assieme con le polveri. Si monta tutto assieme con l'aggiunta di emulsionanti.
In ogni caso montare fino ad ottenere 5 volte il volume iniziale. E' preferibile impiegare una frusta a fili sottili di una planetaria piuttosto che un normale frullino.


Come la cuocio?
Sempre in forno statico sul ripiano più basso del forno perché il pan di Spagna ha bisogno di caldo dal fondo.


A cosa devo fare attenzione?
Montaggio della massa: il pan di Spagna va montano alla giusta velocità (medio-alta), né troppo a lungo, né troppo poco. Ho provato un sacco di volte con le fruste montando anche per 20 minuti, ma le mie non sono né a righe fini, né hanno la capacità di far inglobare aria al pari di una planetaria. La planetaria mi ha davvero cambiato la vita in fatto di pan di Spagna. La massa montata deve essere ariosa, chiara, soda.
Se si monta poco in termini di tempo non si riesce a incorporare abbastanza aria, al contrario se si monta troppo a lungo l’aria si rompe la maglia proteica e la consistenza risulterà gommosa.
Inglobamento delle polveri: una eccessiva lavorazione del composto mentre si inglobano le polveri fa sì che si sviluppi una maglia glutinica tale da portare in cottura ad una cupola, mentre il pan di Spagna deve essere piatto.
Il forno: c'è da dire che quello domestico non ha mai temperature precise come quelle che indichiamo. Un buon controllo della temperatura fa la differenza. Inoltre il mio a casa non ha la possibilità di regolare le valvole per il vapore (che piace tanto al pan di Spagna) per cui mi sono arrangiata coi mezzi che avevo. La cottura in forno statico nel ripiano più basso ha sempre dato i risultati migliori.
Non aprire il forno troppo presto, poiché potrebbe implodere e perdere tutto il volume acquistato durante il montaggio.


Per preparare il pan di Spagna che vedete in foto ho seguito lo schema appena descritto scegliendo: Impasto tradizionale → OK, ho tutto in dispensa → Torta per creme dense, alveolatura media e piuttosto friabile → Massa media → Montata con metodo a freddo con uso della planetaria → Cottura in forno statico.
E adesso ecco la preparazione passo passo.

Pan di Spagna per torte

Preparazione: 30 min.Cottura: 40 min.Riposo: nessuno
Porzioni: 8 Kcal/porzione: 150 circa
Ingredienti:

  • 200 g di uova (4 circa)
  • 120 g di zucchero semolato
  • 80 g di farina 00 debole
  • 40 g di fecola di patate
  • 1 baccello di vaniglia
  • Scorza di un'arancia o limone
Preparazione:

  1. Accendere il forno in modalità statica a 180 °C.
  2. Setacciare accuratamente per due volte le polveri e metterle da parte.
  3. Imburrare e infarinare una teglia con ø 22 cm.
  4. In una planetaria montare con la frusta a righe fini e velocità medio-alta le uova con lo zucchero sino a quintuplicare il volume iniziale. Il composto dovrà essere spumoso, gonfio e chiaro. Si capisce quando è pronto quando la frusta disegna delle righe definite nell'impasto e quando, una volta alzata la frusta, il composto ricade lentamente nella ciotola.
  5. Unire al composto gli eventuali aromi scelti e poi unire le farine a pioggia, mescolando con una marisa dal basso verso l'alto per non smontare la massa e giusto il tempo per incorporarle.
  6. Se l'impasto è ancora ben montato e avrà assorbito bene le farine avrà una consistenza tale da poter essere prelevato con una spatola larga (tipo tarocco) dalla ciotola e trasferito nella teglia.
  7. Livellare leggermente i bordi della massa e la superficie in modo che sia ben distribuito, poi infornare per 40 minuti sul ripiano più basso del forno.
  8. Controllare la cottura con uno stecchino di legno, poi spegnere il forno e lasciarlo raffreddare completamente.
  9. Sformarlo e farcirlo/decorarlo a piacimento.
Note:

  • La massima resa di volume per il montaggio delle uova si ha se queste sono alla temperatura di 32-36 °C.
  • Se il pan di Spagna non viene impiegato subito, appena pronto abbatterlo in abbattitore e impilarlo in congelatore. Al momento del bisogno scongelarlo direttamente in forno a 200 °C in modo che non si formino macro cristalli di ghiaccio.
  • Appena sformato è molto delicato e potrebbe tendere a sbriciolarsi durante il taglio. Un giorno di riposo permette al dolce di perdere umidità e seccarsi, per cui sarà più facile tagliarlo.
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E per concludere un po' di storia, che non fa mai male.
Pare che l'inventore del pan di Spagna sia un cuoco genovese di nome Giobatta Cabona che verso la metà del 1700 seguendo in un viaggio l'ambasciatore italiano in Spagna, il marchese Domenico Pallavicini, in occasione di un banchetto presentò una torta di una leggerezza incredibile. Essendo genovese questa torta venne chiamata in suo onore "Pâte Génoise".
Per onorare la corte spagnola a sua volta, visto che ne aveva apprezzato la bontà, la ricetta venne leggermente rivista (introducendo il montaggio a freddo) e prese il nome di Pan di Spagna.

Sono sfinita!
Ho scritto come un'ossessa per ore, ma almeno la bozza del post creata più di un anno fa è finalmente stata pubblicata.
Ho pan di Spagna in freezer per i prossimi due anni.
Per un po' non lo voglio più sentir nominare. :-)


"Adesso dormi, dai", mi dice il mio Massi, neanche non conoscesse già la risposta.
"Sì sì, leggo solo due righe", rispondo io.
Le due righe in realtà sono sempre qualcosa di più.
Sono davvero le "ultime due righe" quando devo rileggere cinque o sei volte la stessa frase per capirne il senso. Quello è il segnale che il cervello si sta finalmente spegnendo, che è veramente finita la giornata e che è giunta l'ora di dormire.
Qualche sera fa però le ultime due righe non volevano arrivare.
Guardo la sveglia e mi rendo conto che è veramente troppo tardi. Devo dormire, non posso andare avanti. Chiudo il libro e spengo la luce.
Una parte di me rimugina, rielabora quello che ho appena letto.
"No, se rimugino così non riuscirò a chiudere occhio", penso fra me.
Una domanda continua a venirmi in mente e mi vorrei togliere il dubbio.
Quanto vorrei avere in mano il numero verde del call center "Bressanini risponde 24h", ma non esiste.
Ma uno che ha la risposta c'è, e questo qualcuno sta dormendo beato proprio a fianco a me. Da un bel pezzo ormai, così tanto che forse è già in fase REM.
"Lo sveglio, o non lo sveglio, lo sveglio o non lo..." è il mio mantra.
Lo sveglio! Se no, rischio di rimanere sveglia io per tutta la notte con sto dubbio.

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Decido di formulare la domanda con già la mia ipotesi di risposta pronta, in modo che lui debba solo dire sì o no.
Ho un po' di timore. Mi metto alle sue spalle e gli sussurro la domanda all'orecchio come per non svegliarlo, sia mai che funzioni parlare ai cervelli in standby e loro reagiscano.
Ma niente.
Nessuna reazione.
"Lo sveglio! Mo' lo sveglio" penso.
"Massi?"
"MMMWWWhhh?"
Mi assale un senso di colpa da paura, ma ora che l'ho svegliato non posso tornare indietro né dire "Niente... niente" e finirla lì.
E' sveglio, è vivo, o quasi.
Sparo!
Gli dico scandendo accuratamente le parole il mio dubbio viscerale della serata, il mio sassolino nella scarpa, il mio dubbio amletico, l'unico ostacolo fra me e il mondo di Morfeo.
"Massi, ma la beta-galattosidasi è quella roba che scinde il lattosio in glucosio e galattosio?"
OK, se va bene mi manda a quel paese, se mi va male mi chiede il divorzio.
E invece no!
Finirà mai di stupirmi quest'uomo?
Il mio maritino eroe alza un po' la testa (e io pure) e vedo nella penombra nera che sta pensando, ho la sua attenzione.
Serissimo mi risponde senza voltarsi: "Sì... - pausa - ... E la "roba" comunque è un enzima."
Poi dopo questa pensata notturna tuffa la testa nel cuscino come uno che perde i sensi.
"OK, grazie!" sussurro felicissima.
Lo sono per tre motivi:
a) ho ancora un marito;
b) ci ero arrivata, avevo dedotto la risposta giusta;
c) ho avuto anche un'informazione in più! E' un enzima!

Domani approfondirò sto enzima, adesso posso dormire in pace.
Forse...

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Preparazione: 30 min.Cottura: 20 min.Riposo: 30 min.
Porzioni: 30 biscotti circa Kcal/biscotto: 100 circa
Ingredienti:

  • 125 g di burro
  • 80 g di zucchero
  • 110 g di farina 00
  • 30 g di farina di mandorle
  • 1 baccello di vaniglia
  • Confettura di lamponi q.b.
  • 1 pizzico di sale superfino
  • 50 g di zucchero a velo
  • 10 g di albume
Preparazione:

  1. Preriscaldare il forno a 170-180 °C.
  2. Setacciare le farine e il sale insieme in una ciotola.
  3. Impastare il burro con lo zucchero e i semi della vaniglia in un mixer (o con delle fruste) fino ad ottenere una crema chiara e spumosa.
  4. Unire il mix di farine e amalgamare bene il tutto. Lavorare l'impasto con le mani fino a formare una palla.
  5. Prelevare un pochino di impasto, formare una pallina con le mani.
  6. Disporre la pallina su carta forno adagiata su una leccarda e procedere così fino a esaurimento dell'impasto distanziando le palline di 2-3 cm.
  7. Affondare delicatamente, ma non fino in fondo, il manico di un mestolo di legno al centro di ogni pallina per creare un'incavatura (in cottura si allargherà un po' per cui non esagerare col foro).
  8. Riempire ciascun buchetto con un po' di confettura di lamponi, senza esagerare.
  9. Lasciare riposare in frigo i biscotti per venti minuti.
  10. Infornare per 15 minuti circa fino a che non saranno cotti, dopodiché prelevare la teglia dal forno e lasciarli raffreddare qualche minuto.
  11. A parte mescolare assieme lo zucchero a velo e l'albume per formare la ghiaccia reale.
  12. Trasferire la ghiaccia in un dosatore a punta fine (o in un cono ricavato piegando un triangolo di carta forno) e decorare la superficie dei biscottini.
  13. Lasciare che la ghiaccia rapprenda e poi consumarli, oppure trasferirli in scatole di latta o sacchetti puliti ed ermetici.
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Forse, perché in realtà il mio lui improvvisamente sveglissimo e ringalluzzito tira su la testa nuovamente, guarda la sveglia, poi si gira un po' verso di me e mi fa:
"Ma che (BEEP!) di domande mi fai a quest'ora? Ma leggerti libri normali prima di dormire no eh!?"
E come dargli torto? Su di me... non sui libri "normali" eh!
"Adesso dormi, dai", gli dico imitandolo.
Un respiro vibrante, profondo e già inconscio mi risponde.
Anche questo è amore!


P.S.: un perfetto ariete da sfondamento per aprire vie, arrivare al cuore e farsi perdonare (che s'è capito che io ne ho spesso bisogno) sono questi friabilissimi biscotti ripieni di confettura. Provateli! Con me hanno funzionato. :-)


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