Ci stavo prendendo gusto a pubblicare un post alla settimana.
Mi pareva troppo bello per essere vero.
E troppo bello sarebbe stato riuscire a continuare.
Complice una zonzolata bucolica nel Chianti, la scorsa settimana ho interrotto l'incantesimo e vi ho lasciati a bocca asciutta.
Sono certa che capirete che, tra una full immersion nelle meravigiose colline senesi e restare a battere su una tastiera e fissare uno schermo, io non abbia avuto il minimo tentennamento e abbia deciso di interrompere questo breve ed effimero tentativo di pubblicare con costanza per darci allo zonzolaggio estremo.
E lo abbiamo fatto in gran stile, allegramente, spensieratamente, bucolicamente, riempiendo occhi di paesaggi stupendi e pancia di piatti della tradizione a dir poco spettacolari.
Ebbene, lo so caro lettore arguto che ti sarai accorto che oltre ad averti lasciato a bocca asciutta per due settimane e averti appena decantato sapori incantevoli, sto per proporti una ricetta della tradizione pugliese anziché toscana.
Arriveranno anche quelle stai certo; è che ci vuole tempo e adesso quel che passa il convento sono questi altrettanto buonissimi taralli della tradizione pugliese.
Perché anche la Puglia in materia di ricette buone da paura ne sa proprio il fatto suo.
Un esempio sono appunto questi taralli, praticamente identici a quelli che ci faceva assaggiare un nostro amico di Lecce quando per la ripresa dei corsi universitari risaliva l'Italia con ogni bendidìo stipato in valigia da sua mamma. Fra le tante leccornie c'erano appunto questi taralli.
La vita media di un sacchetto in una casa di cinque ragazzi universitari fuori sede era come una stella cometa che attraversa il cielo, così breve che ti chiedevi se l'avevi visto veramente.
Uno dietro l'altro questi anelletti salati finivano in un batter d'occhio.
Esattamente come quelli qua sotto, che appena fotografati hanno appena fatto in tempo ad apparire sulla tavola per scomparire immediatamente fra le fauci deliziate di mio suocero che se li è mangiati a mo' di popcorn.
Taralli pugliesi all'anice
Preparazione: 30 min.
Cottura: 25 min.
Riposo: 30 min.
Porzioni: 50 circa
Kcal/porzione: 35 circa
Ingredienti:
- 250 g di farina 00
- 80 g di olio extravergine di oliva pugliese
- 60 ml di vino bianco
- 7-8 g di semi di anice (facoltativi)
- 5 g di sale
Preparazione:
- In una ciotola di vetro disporre la farina setacciata assieme al sale e ai semi di anice.
- Unire il vino nel centro e mescolare per incorporarlo.
- A filo sul bordo interno della ciotola unire l'olio e mescolare fino a incorporarlo del tutto.
- Trasferire su un piano di lavoro l'impasto e lavorarlo bene fino a formare una palla liscia e omogenea.¹
- Rimettere l'impasto nella ciotola, coprirla con un panno e lasciarlo riposare per mezz'ora circa a temperatura ambiente e lontano da correnti d'aria.
- Trasferire l'impasto su un piano di lavoro e appiattirlo un po' con le mani. Con un raschietto da panettiere tagliare tanti pezzetti di impasto uguali (eventualmente pesandoli). Lavorare ciascun pezzetto rotolandolo fra le mani per allungarlo.
- Per formare un tarallo prendere un'estremità di un pezzetto di impasto, girare l'altra intorno a due dita per formare un anello e poi chiudere le estremità in modo da saldarle. Avere cura che il buco dell'anello sia ben aperto perché man mano che si preparano e durante la cottura la dimensione si riduce. Meglio farlo più largo che stretto quindi. Fare questa operazione per ogni pezzettino di impasto.
- Mettere a bollire sul fuoco una pentola con dell'acqua non salata e accendere il forno a 200 °C.
- Raggiunto il bollore tuffare un po' di taralli per volta. Appena vengono a galla scolarli con una schiumarola, tamponarli su un panno e poi trasferirli su teglie per forno rivestite con carta forno.
- Esaurire così tutti i taralli e poi infornarli per circa 20 minuti sino a doratura.
Note:
- Con le dosi indicate non dovrebbero servire aggiustamenti, ma se l'impasto risultasse troppo umido unire un po' di farina o viceversa aggiungere un poco di olio.
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Con questa ricetta si ottengono dei saporiti e croccanti taralli, ma non così non duri da spaccare i denti. A meno che non vengano lasciati in forno troppo a lungo.
I semi di anice possono essere omessi o sostituiti con semi di finocchio. In casa ci piacciono sia semplici senza niente, che con i semi, per cui fate vobis.
Credo che l'unica differenza con quelli che portava il nostro amico Diego da Lecce sia la dimensione; i suoi erano leggermente più grandi.
Si conservano molto bene e a lungo in barattoli ermetici o in sacchetti per alimenti.
Quanto a lungo non ve lo so dire perché da noi spariscono sempre in fretta. :-)
Alla prossima settimana?
Spero tanto di sì! :-)
Ciao!
A casa mia adoriamo i taralli, copio subito la ricetta :-)
RispondiEliminache dirti?!....sono strepitosi!!!! Pensa che non li ho mai fatti, forse è giunto il momento di provarci?
RispondiEliminaBuon we, un abbraccio!
Ma avete fatto benissimo.. se si ha la possibilità.. si sceglie di uscire di casa e zonzolare!!!!! Buonissimi invece i taralli... li feci anche io.. troppo buoni! baciotti
RispondiEliminaHai fatto benissimo, la toscana è così bella che sarebbe stato un delitto rinchiudersi in casa. Ti dirò che ti invidio un po', sia il giretto che i taralli. Sono stupendi. E i miei preferiti sono proprio quelli all'anice, e per secondi i semi di finocchio
RispondiEliminaI taralli mi piacciono ho trovato un panettiere che li fa freschi ogni giorno classici ma anche con il peperoncino. Cosa vuoi io non mi ci metto li mangerei solo io :(
RispondiEliminaGrazie della ricetta prendo nota non si sa mai.
Buona domenica.
(PS-Un giretto in Toscana lo farei volentieri la conosco abbastanza)
Adoro il saporino che conferisce l'anice a questi tarallini... e quanto sono belli!!!
RispondiEliminache buoniii, mi piacciono all'anice, al finocchietto,al peperoncino, classici, al rosmarino...che buoniiiiiii!! Complimenti per me l'intera ciotolina!!!!!! gnam gnam, buona domenica da Mirta.
RispondiEliminache buoni,sei perdonati,vuoi mettere fare un giro nelle nostre belle zone,bravissima e grazie
RispondiEliminai tuoi taralli sono perfetti! io ho assaggiato quelli originali durante una vacanza in Salento e i tuoi sembrano proprio identici, gustosi e croccanti al punto giusto ;)
RispondiEliminatra l'altro non devono essere affatto facili da fare in casa quindi super complimenti cara!
una buona ricetta hanno un ottimo aspetto, il sapore dell'anice da un gusto in più
RispondiEliminaPurtroppo arrivo in ritardo a rispondere ai vostri bellissimi commenti. Vi ringrazio tantissimo! Passate una meravigliosa domenica! :-)
RispondiEliminaHo provato a farli..ho voluto usare, da pugliese, la semola e quindi ho dovuto aggiungere liquidi. Fin qui tutto ok, normale amministrazione. Poi ho proceduto a bollirne più della metà mentre alcuni li ho cotti direttamente in forno senza scottatura.
RispondiEliminaSono più buoni quelli non scottati. Quelli scottati assomigliano al tarallo pugliese ma manca qualcosa nella friabilità...non so se dipenda dal forno o dalla cottura. Comunque ti ho vista in tv e ti faccio i miei complimenti. Hai un modo di lavorare molto pulito che mi piace tantissimo.
Ciao Annapulia, grazie mille per il tuo utilissimo commento. La ricetta che hai letto mi è arrivata proprio dalla Puglia, ma non c'è traccia della semola. Che sia per quella che vengono meno friabili? Non saprei... Ad ogni modo proverò anche senza scottatura e con la semola, grazie per il consiglio. Grazie mille anche per i complimenti per la trasmissione, è stata un'esperienza fantastica che mi piacerebbe tanto replicare. Chissà un giorno... :-) Buona domenica, a presto e continua a seguirci! :-)
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