giovedì 18 luglio 2013
Una passeggiata all'aria aperta, un panorama mozzafiato, cinquantadue gallerie scavate nella roccia di forme e dimensioni davvero uniche, un tuffo nella storia della prima guerra mondiale, la scoperta delle nostre radici, un bel pasto caldo con una delle viste più belle che si possano immaginare, ecco cosa aspetta l'escursionista che decide di intraprendere questa straordinaria passeggiata fra le montagne a cavallo fra il Veneto e il Trentino.
L'itinerario che stiamo per descrivere è una mulattiera militare della prima guerra mondiale che si snoda sul massiccio del Pasubio con ben cinquantadue gallerie da attraversare a piedi.
Per arrivare occorre percorrere la SS46 che va da Rovereto a Schio. In prossimità del passo Pian delle Fugazze si prende per Bocchetta Campiglia, circa otto chilometri di stradina asfaltata piuttosto stretta e tortuosa nel bosco al termine della quale si deve lasciare la macchina. Il costo del parcheggio, sempre molto affollato, per l'intera giornata è di € 5,00 in moneta alla macchinetta.
L'ingresso alla Strada delle 52 gallerie come si vede qua sopra è ben segnalato per cui è difficile sbagliarsi. In poco tempo si giunge alla prima breve galleria dove si incontra il primo sbarramento per le bici che infatti non possono percorrere questa via. Per raggiungere la cima sulle due ruote c'è un percorso alternativo.
Le prime gallerie sono brevi e la visibilità buona. Ogni galleria ha una targa che riporta nome e lunghezza così si ha sempre la percezione di dove ci si trova e se e come sarà la visibilità all'interno. La strada è sassosa, ghiaiosa, a tratti ripida e non è possibile percorrerla con passeggini o carrozzine. Man mano che si avanza si incontrano le gallerie più lunghe: alcune sono umide, scoscese e in certi punti pericolose soprattutto per un escursionista alle prime armi.
E' bene attrezzarsi con torce o lampade frontali per i tratti più bui e per vedere dove si mettono i piedi, inoltre per chi fa più fatica anche un paio di bastoncini potrebbero essere di grande aiuto.
Man mano che si sale lungo il percorso si apre un panorama fantastico. Nelle giornate più terse, magari dopo una pioggia, l'occhio si perde fino alle colline e pianure venete.
Fra le tante gallerie che si attraversano vale la pena segnalare la numero 19 che oltre ad essere la più lunga è quella che ha la forma più particolare poiché elicoidale con quattro tornanti e la numero 20 che ha la forma di un cavatappi in cui si sale (o scende) praticamente girando intorno a un perno centrale.
Inutile dire quindi che l'ingegneria di queste gallerie è davvero fantastica ed entusiasmante.
Questa strada fu realizzata perché ritenuta di importanza strategica in quanto via di comunicazione per l'approvvigionamento di risorse e rifornimenti per le retrovie italiane della prima linea durante la prima guerra mondiale. La strada era stata appositamente pensata per rimanere riparata dal fuoco nemico ed essere percorsa da almeno un mulo per senso di marcia.
Basti pensare che i tempi di costruzione per un percorso di quasi sette chilometri furono davvero rapidi. In soli nove mesi (da febbraio a novembre 1917) l'opera venne realizzata.
Il dislivello che si copre, per una distanza di quasi sette chilometri è di 750 m. Generalmente i tempi di percorrenza sono di circa tre ore (o meno per i più allenati, o per chi non si sofferma ai cartelli esplicativi) per raggiungere il rifugio A. Papa. Vale la pena comunque di fermarsi per godere del panorama (e nel caso per riprendere fiato) che questo favoloso e storico itinerario offre.
Dopo circa una trentina di gallerie si giunge ad una deviazione.
Segnaliamo questa cosa perché un gruppo di turisti di una certa età e piuttosto provati ci ha chiesto come procedere e quanto mancasse.
Noi abbiamo consigliato alla deviazione di tagliare a destra per una strada che è più corta e piana (cioè il top del top, non vi dico gli occhi luccicanti del gruppo in ipossia) ma che evita le ultime gallerie, che però possono essere tranquillamente recuperate sulla via del ritorno. Tenendo la sinistra completare il percorso potrebbe richiedere anche un'ora, mentre tagliando a destra si ha la possibilità in trenta o quaranta minuti di raggiungere il tanto agognato rifugio.
Per chi ha ancora fiato da vendere, una volta raggiunto il rifugio Achille Papa, c'è la possibilità di salire a Cima Palon percorrendo il sentiero storico tricolore. La strada attraversa un vecchio cimitero di guerra con Arco Romano e con un cartello "Di qui non si passa" e una chiesetta con vicino ossario.
Lungo questo tratto abbiamo trovato anche brevi tratti nevosi, residuo della stagione fredda che quest'anno ha fatto. Ecco un versante tutto innevato qua sotto:
Mentre questo è un altro scorcio che la strada regala per arrivare al Dente:
L'itinerario giunge al Dente Italiano e poi a quello Austriaco. La vegetazione è scarsa, se non praticamente assente e la montagna è costellata di massi e rocce dall'aspetto davvero pericolante.
Dal rifugio Papa fino al Dente ci vogliono indicativamente circa un'ora o un'ora e mezza di camminata.
Al ritorno abbiamo deciso infine di ripercorrere i nostri passi ritornando sulla Strada delle 52 gallerie.
Vale la pena di ricordare che in alcuni tratti il sentiero è a picco nel vuoto e che è sconsigliato proseguire se si soffre di vertigini.
Un piccolo aneddoto che vi posso raccontare per rendere l'idea dello strapiombo è che la prima volta che abbiamo fatto questa escursione un nostro amico che soffriva di vertigini si è praticamente bloccato e attaccato alla roccia non volendo più proseguire né avanti, né indietro. Dopo non poche rassicurazioni, molta presa di coraggio e placcandolo sul lato scoperto siamo riusciti a fargli coprire il tratto che lo spaventava e a proseguire fino alla macchina.
Massi come vedete le vertigini non le soffre. :-)
In alternativa si può scegliere di percorrere anche la strada degli Scarrubi che più è lunga (circa dieci chilometri) ma più facile.
L'itinerario in andata e ritorno quindi, come si può ben capire, diventa lungo sia di tempo che come lunghezza percorsa. Per chi non è avvezzo a queste camminate o semplicemente vuole godere del luogo più a lungo c'è la possibilità di sostare per pranzo o cena o di pernottare anche la notte (ovviamente è meglio informarsi se i rifugi sono aperti, orari, prezzi e disponibilità per tempo).
Ricordo infine anche la Strada degli Eroi che dal Pian delle Fugazze collega la Galleria d'Havet al rifugio Papa.
Non mi resta che augurarvi buona zonzolata!
Bello questo reportage e molto interessante. Non conosco questa zona, ma lo terrò presente se decido di venire nei paraggi! Baci
RispondiEliminaCristina
Caspita tuo marito che coraggio... Io non soffro di vertigini ma da lì non so se ce la farei! Paesaggi da favola quelli che ci hai fatto vedere ^_^
RispondiEliminaGrazie cara!
Mamma mia che spettacolo!!! che foto meravigliose, non avevo mai sentito parlare di questo posto.
RispondiEliminawowww! questo post è piaciuto molto anche a mio marito che voleva entrare nel computer!!! è un'amante della montagna!!meraviglioso spettacolo della natura! Anche a me è venuto un attacco di panico mica da ridere, era una delle prime volte che facevo un'escursione seria...sono rimasta senza fiato..pensavo di soffocare...bruttissimo! poi è passato tutto!da li son andata ovunque! a presto!
RispondiEliminaIncredibile,senza parole per gli scenari fantastici della natura....ma confesso anche un pò di "fifa"!
RispondiEliminasiete incredibili....!!!
Z&C
Cara Elena, da vicentina DOC e da follemente innamorata della montagna, ti dico che conosco questo itinerario benissimo avendolo percorso non so quante volte. Non potevi farne reportage migliore !
RispondiEliminaMa guarda che paradisi ci sono vicino a noi e io nemmeno lo sapevo....
RispondiEliminaMi piacete sempre di più!
Non sono molto allenata e soffro di vertigini quindi penso che alla seconda galleria mi sarei gia fermata:-D ma wow che panorama mozzafiato e che scorci meravigliosi...un posto molto suggestivo davvero!! Un bacioneeeeeee, Imma
RispondiEliminaChe spettacolo, un mix tra artificio e natura :D ma quanti metri è la galleria più lunga?
RispondiEliminaDopo ver visto pr la prima volta le dolomiti due settimane fa ed essere rimsta a bocca aperta non mi resta che segnare anche quest tra le possibili mete :D
grazie per il reportage! ottima zonzolata!
Ma che meraviglie del nostro paese ci fai scoprire cara!!! Un paradiso terreste e Massi e' proprio spericolato^_^ .Grazie per questi scatti meravigliosi.Bacioni.
RispondiEliminaMa che posto meraviglioso! Solo l'anno scorso ho scoperto di avere un'innata passione per il trekking, ma purtroppo quest'anno non è il caso... Mi rifarò e di sicuro questo è uno dei posti che mi ripropongo di vedere nella vita!
RispondiEliminaMamma mia che spettacolo!! *.*
RispondiEliminaBuon fine settimana! smack
Il nostro amato paese non è pieno solo di arte ed architettura ma anche di natura meravigliosa che ci dona paesaggi come questi...
RispondiEliminaUn bacio!
Certo che è bello viaggiare con voi. Fate vedere dei posti molto belli. Questo non lo conoscevo. E' stato molto piacevole leggerlo.
RispondiEliminaCioè ma io ho vissuto a rovereto per 20 anni e non sono mai andata in questo posto fantastico??? Voglio troppo andarciiii...ma voidove abitate di preciso?
RispondiEliminaTralasciando l'aspetto relativo all'allenamento (ovvero stendendo un velo pietoso) mi cullavo all'idea che in agosto questo itinerario poteva essere papabile per una gita (saremo a Folgarida).
RispondiEliminaMa vedere quella strada per i due muli nonché tuo marito sul ciglio dello strabiombo, mi ha fatto cambiare idea: soffro di vertigini in maniera impressionante, sarei peggio del tuo amico... che peccato, queste storie e luoghi di guerra, la Grande Guerra, hanno su di me un misterioso fascino, chissà perché..
Un abbraccio!
Una rassicurazione per tutti, la strada è comunque percorribile tramite le gallerie anche per chi soffre di vertigini. La passeggiata è bellissima e la consiglio vivamente a tutti. Grazie per i tanti commenti, spero di poter ricambiare le visite al più presto, ultimamente faccio veramente fatica. Buona settimana a tutti :-)
RispondiEliminaQualcuno mi può dire qualcosa di più nello specifico sul sentiero e la deviazione verso la 30° galleria.Dovendo portare qualche persona che per la salita e il vuoto potrebbe essere un pò impegnativa...ma vuole farla.Fino alla 30° il percorso è eccesivamente impegnativo o solo qualche tratto ? Per la deviazione ,è solo più breve o anche meno impegnativo e tranquilla?e se è segnalata. Grazie
RispondiEliminaCiao MrPaolotango, purtroppo non ricordo l'esatto numero della galleria a cui si trova la deviazione di cui parlo nel post. Ho indicato "trentina" ma probabilmente è più verso la quarantesima che verso la trentesima. Ad ogni modo non ti puoi sbagliare per la deviazione perché è ben segnalata. Si trova in corrispondenza del valico Fontana D'Oro; qui hai la possibilità di lasciare le gallerie per passare sul crinale di una valletta più interna. Il sentiero è tranquillo e non ha difficoltà tecniche.
EliminaOgnuno ha il suo metro di giudizio e per me è difficile dirti il livello di difficoltà.
Se la persona di cui parli non ha il minimo allenamento questa passeggiata potrebbe essere impegnativa e come ho scritto in alcuni punti le vertigini potrebbero esserci eccome.
Per la discesa puoi optare per la strada bianca "degli Scarubbi" che riporta al parcheggio.
Ti consiglio vivamente di attrezzarti con buone scarpe a suola rigida sia perché i sassi sotto i piedi a lungo andare si fanno sentire, che per essere certo di avere una buona aderenza per le parti più umide e viscide. Inoltre valuta tu se potrebbe essere opportuno portare anche dei bastoncini per la camminata. Non scordare le torce o frontalini per l'interno delle gallerie.
Spero tanto di esserti stata d'aiuto e ti invito a farci sapere com'è andata anche per tenere aggiornato il post e aiutare altri che come te potrebbero avere altre domande o curiosità.
Buona zonzolata, Elena